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L’abbondanza nel file di stampa

Quando riceviamo i file dei clienti per la stampa, sai qual è la prima cosa che facciamo?

Li apriamo subito per vedere se è stata inserita l’abbondanza, perché l’esperienza ci insegna che manca nel 90% dei casi. E se il file entra in questa casistica, avvisiamo il cliente per spiegargli come correggere il file.

Ma cos’è questa abbondanza, chiamata anche “pagina al vivo”?

Lo capirai meglio con un esempio.

Hai preparato un volantino in formato A4, che contiene testi, foto e un fondo colorato che riempie tutta la pagina.

Se lo stampi con la tua stampante su carta A4, noterai 2 o 3 mm. di bianco sui 4 lati, perché nessuna stampante d’ufficio è in grado di riempire la pagina di colore fino ai bordi.

Se lo stampiamo noi con le nostre macchine professionali, non utilizziamo certo un foglio A4. In base alla quantità il foglio di stampa potrà essere anche 2-4-8 volte più grande dell’A4, per ottimizzare i tempi di produzione.

Nella fase finale di taglio appare però un filo di bianco su qualche lato del foglio, perché il taglio meccanico non ha una precisione al decimo di millimetro. Quel filo di bianco stona proprio con il fondo colorato e sembra un difetto di produzione.

La soluzione?

È più semplice di quanto credi.

Preparando il file, devi solo aggiungere 3 mm. a tutti i lati del foglio A4. Il formato di stampa, come pure il fondo colorato del tuo volantino, misurerà quindi mm. 216 di base x 303 di altezza e risulterà perfetto per la tipografia.

Ti ricordo che alcuni software professionali, come InDesign di Adobe, includono già la funzione dell’abbondanza quando imposti la pagina, senza possibilità di errore. Con software più economici raggiungi lo stesso risultato, ma dovrai lavorare con un po’ più di attenzione e fatica.

Sai dove spiego ai clienti come risolvere i problemi con la stampa? In articoli come questo, nella Newsletter periodica.

Giuseppe Tibiletti

Perché l’etichetta si stacca?

Mario Pirovano, proprietario dell’agriturismo “La Fattoria” ha fatto stampare delle etichette per personalizzare alcuni suoi prodotti, come le carte dei formaggi, le vaschette dei gelati e i vasetti di miele. Dopo qualche giorno si è però accorto che qualche etichetta era leggermente sollevata ai bordi e si staccava con facilità.

Gli è balenato il sospetto di aver acquistato un prodotto scadente. Eppure gli sembrava di averlo pagato non poco. Cosa è successo?

È successo che non si è posto le dovute domande sul corretto utilizzo delle etichette.

Ecco cosa considerare per ottenere un’etichetta che non si stacchi:

  • il materiale su cui va applicata
  • le caratteristiche del materiale
  • il tipo di adesivo
  • la durata
  • la protezione da agenti atmosferici per ambienti esterni
  • la protezione da prodotti di pulizia per ambienti interni

Sono solo alcune delle variabili da tenere in considerazione. Se vuoi vedere l’elenco completo che ti dà la certezza di ordinare un’etichetta mirata alle tue reali esigenze, scarica questa Check List in PDF.

Si tratta di un documento prezioso, frutto della nostra esperienza di tanti anni nel mondo della stampa.

Giuseppe Tibiletti

I pilastri di un’azienda sana

In seguito all’incontro sull’“Impresa Plurale”, organizzato dall’Associazione Artigiani di Varese a Gallarate il 10 luglio, sintetizzo all’osso i tanti e interessanti argomenti emersi sui complessi scenari in cui le imprese sono chiamate ad operare.

Quattro sono i pilastri che devono reggere oggi un’azienda sana e proiettata nel futuro:

  • Comunicazione. Se un’azienda non si mette in vetrina e non si racconta, molti non sapranno che esiste.
  • Innovazione. Se manca l’innovazione, dopo qualche anno l’azienda sarà ricordata solo dall’archeologia industriale.
  • Diversificazione. Se si fa solo una tipologia di prodotti e si è troppo sbilanciati con un cliente o un fornitore, il rischio sarà dietro l’angolo.
  • La persona al centro. Le persone che lavorano in azienda, se non vengono valorizzate e formate, prima o poi saranno un freno allo sviluppo.

Riuscire a consolidare questi pilastri è la vera sfida dell’imprenditore.

Ma è anche sicura garanzia di lunga vita per una realtà produttiva.

Alle Arti Grafiche Tibiletti sappiamo di poggiare su queste solide fondamenta.

Forse è per questo che siamo operativi da più di 60 anni.

Giuseppe Tibiletti

Maiali e Packaging di lusso

Quel tardo pomeriggio di martedì 16 maggio mi trovavo ancora a Milano, all’interno dei padiglioni della fiera Packaging Première. Era dal mattino che saltavo da uno stand all’altro senza sosta, curioso di scoprire le novità e qualcosa da proporre ai miei clienti.

Tutto il giorno in piedi. In piedi anche al bar per un tramezzino veloce e un caffè. Mi sentivo stanco, ma soddisfatto di aver visto tanto.

Alla fine la spossatezza ha avuto il sopravvento e mi ha costretto ad una pausa, seduto su una dura panchina metallica addossata alla parete, incurante dei tanti visitatori che andavano e venivano.

Ho incominciato a pensare all’impressione generale che mi aveva fatto la fiera, così diversa rispetto alla mia ultima visita prima della pandemia.

In tutti gli stand quasi lo stesso trend.

Scatoline e confezioni bellissime, originali, con finiture pregiate e stampe a caldo e in rilievo, che non sembravano ricavate da materiali riciclati al 100%. Una gara tra i produttori a sfruttare gli scarti di ogni tipo, impensabili per il profano, senza buttar via niente.

Proprio come si fa con i maiali.

Ecco il guizzo. L’immagine dei maiali, affacciatasi quel pomeriggio nella mia mente in modo repentino e dissacrante nel tempio del lusso e della bellezza, mi ha intrigato al punto da riproporla nel titolo provocatorio di questo blog.

Si fa come con i maiali, non si butta via niente

Qualche esempio.

  • La storica cartiera myCordenons, che produce carte utilizzando fibre e materiali derivati, per la prima volta, in collaborazione con Olio Carli, recupera i noccioli delle olive. Triturati e ridotti in polvere, sono aggiunti all’impasto di cellulosa ed acqua che dà origine alla carta, utilizzata per gli shoppers dei suoi punti vendita.
  • Ecojeans è invece uno splendido materiale di rivestimento di copertine di libri e articoli cartotecnici, composto da filato di denim riciclato accoppiato a carta ecologica. Le fibre di denim, presenti in ordine sparso nel tessuto, rendono ogni metro di materiale diverso e unico.
  • Per le etichette adesive della linea Re-Play di Fedrigoni si recupera la carta siliconata che fa da supporto alla maggior parte degli adesivi comuni e che finisce negli scarti per riciclarla nel frontale stesso dell’adesivo.

Avanti col green e l’ecosostenibile

È proprio questa la tendenza più marcata che ho colto dalla fiera, perfino negli allestimenti dei padiglioni.

Insegne in cartone invece del solito PVC Forex. Nessuna bottiglietta di plastica per la minerale, ma borracce da riempire in appositi chioschi.

Basta carte, cartoncini e allestimenti spreconi che non provengono da una filiera ecosostenibile. Basta scatole che contengono componenti difficili e costosi da separare nel riciclo, come le piastrine magnetiche di chiusura.

Senza rinunciare a confezionare articoli di grande impatto visivo e di alta gamma, per renderli oggetti desiderabili.

Noi siamo già pronti a fornirti i prossimi raccoglitori rivestiti di Ecojeans.

Materiale di rivestimento Ecojeans con fibre di denim
Ecojeans con i colori disponibili

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Giuseppe Tibiletti
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